I pericoli del reef



Collegamenti interattivi
Per facilitare la navigazione in questa pagina di grande utilità a chi si appresta a immergersi nei mari tropicali ho realizzato dei collegamenti interattivi alle immagini delle specie descritte in quesata sezione. Ho classificato gli abitanti del reef pericolosi attribuendo loro anche i nomi scientifici. Per quanto riguarda la denominazione volgare di molti organismi tropicali faccio presente che esiste solo in inglese e non ha un corrispettivo in taliano, pertanto sono stati tratti dal linguaggio comune o, in mancaza d'altro, liberamente tradotti dallo scrivente. Faccio presente che a volte la fantasia popolare fornisce nomi "assurdi" agli animali marini: sono termini lontanissimi dalla realtà a volte ridicoli.

Tabella dei collegamenti interattivi
(dopo la selezione, per tornare in questa tabella cliccare sulla conchiglia del Conus)





Paradiso tropicale
Molti viaggiatori si recano in località turistiche tropicali non tanto per visitarne le bellezze naturali, ma esclusivamente per rilassarsi in posti "alla moda" e godersi in santa pace una meritata vacanza ...senza preoccuparsi minimamente di conoscere la natura che sta loro intorno. Ma, a pochi passi da loro, come ho più volte verificato di persona, sta in agguanto il pericolo.
In questi posti gli animali non temono o non conoscono l'uomo e quindi si aggirano ovunque con il rischio che possiamo infastidirli inavvertitamente con conseguenti loro reazioni poco gradevoli
Pertanto i paradisi tropicali forse non sono proprio così ...paradisiaci. Infatti, oltre alle scottature solari, punture di zanzare, dissenterie del viaggiatore (dovute spesso all'eccessiva aria condizionata), dobbiamo anche tener conto degli animali pericolosi.
Tutti gli animali pericolosi citati in queste pagine li ho più volte incontati anche vicinissimi alla riva e posso dirvi che non ho mai avuto problemi.
Non sono un medico pertanto non posso dare consigli di come curare "bruciature" da corallo e punture di organismi velenosi, so soltanto che in questo caso è sconsigliabile lavare la parte offesa con acqua dolce: è meglio usare solo acqua di mare.



Impariamo a conoscerli
Gli animali pericolosi presenti nelle "barriere coralline" e nelle loro immediate vicinanze, sono molti. Occorre conoscerli ed avvicinarli con rispetto: tutto andrà bene ! Solo pochi sono temibili, come ad esempio gli squali (quelli pericolosi fortunatamente vivono in alto mare), ma altri a volte transitano vicino reef ...anche se li incontrate ricordatevi però che sono i primi a scappare! L'importante è non agitarsi e strillare. Più comunemente e con molta frequenza ci si imbatte in altri esseri meno appariscenti, ma che sicuramente sono più dannosi: pertanto occorre conoscerli bene per starne "alla larga".
Vediamo di seguito alcune regole elementari da osservare, le immagini e la descrizione degli organismi pericolosi che più comunemente si possono incontrare.
La prima regola fondamentale da seguire quando ci si imbatte in essere che non conosciamo, è di non toccarlo.
Un esempio tipico "dal vivo" di come non fare, è rappresentato della foto a fianco in cui ho ripreso mia moglie che, ignara, sta per toccare una stella marina urticante arenata sulla spiaggia di di Hembadoo Island, piccola isola della Maldive (marzo 1988).



Gli echinodermi
Al gruppo sistematico (phylum) degli echinodermi appartengono invertebrati tra cui i ricci e le stelle di mare. Alle nostre latitudini sono tutti organismi innoqui ...a meno che logicamente non ci si punga con le vistose spine di cui a sono dotati.
Molti echinodermi tropicali invece nel sottile strato epidermico che copre gli aculei contengono una tossina che provoca un fortissimo dolore e febbre.
Il ricco di mare detto Riccio diadema ha degli aculei lunghissimi (raggiungono i 50cm, come si vede nell'immagine sottostante) che possiedono questa brutta caratteristica. Se non si sta attenti una nuotata finisce male perchè inavvertitamente i piedi muovendosi, anche senza toccare il fondo possono colpire la punta delle spine.

Riccio diadema (Diadema setosum)
Note: alcuni esemplari stazionano su di un basso fondale della laguna del reef a pochi metri dalla riva.
Località: Hurghada, Egitto (luglio 1996).


Un rifugio sicuro
Tra le temibili spine del Riccio Diadema (Diadema setosum) si rifugia un piccolo branco di pesci "Cardinale Dorato" (Apogon aureus). Hurghada, Egitto (luglio 1996).


Stelle marine pericolose
Anche alcune stelle marine possiedono aculei velenosi simili a quelle dei ricci di mare come ad esempio la Corona di spine (Acanthaster sp.) della foto sotto. Anche solo il toccare le spine, che appaiono morbide, provoca un gran dolore in quanto sono anche urticanti!
La Corona di spine è anche estremamente dannosa per la sopravvivenza del reef; infatti si nutre dei polipai delle madrepore distruggendo grandi porzioni la barriera ed inoltre è estremamente prolifica ed invasiva. Pertanto occorre a volte eseguire vere e proprie bonifiche per salvaguardare il sensibile ecosistema delle "barriere coralline".


Corona di spine (Acanthaster sp.)
Note: un esemplare durante la bassa merea ...da non toccare.
Località: Hembadoo Island, Maldive (marzo 1988).




Conchiglie velenifere
Alcune conchiglie che all'apparenza proprio non incutono paura, ma solo voglia di raccoglierle (...neanche per fotografarle, mi raccomando!) possono essere molto pericolose, anzi mortali.
Fortunatamente sono solo due le specie che hanno questa caratteristica: appartengono a quelle categoria di conchiglie che, appunto per la loro forma, vengono chiamate comunemente coni.
Le specie incriminate sono Conus geographus e Conus textilis, in ordine di pericolosità. Ne esisto altre, ma non c'è documentazione di casi di mortalità. Questi gasteropodi sono carnivori e si nutrono di piccoli pesci, gamberetti e altro, pertanto possiedono una specie di minuto arpione che, estratto velocemente, infilza ed immobilizza le prede ...e può penetrare nella pelle. Il problema che il veleno è simile a quello di un serpente cobra e non c'è antidoto! Dato che il veleno è termolabile può essere una soluzione immergere la parte colpita per diversi minuti in acqua il più bollente possibile, al limite dell'umana resistenza o fare impacchi caldissimi.
Una cosa fa pensare è che in Egitto avendo avvistato un Conus textilis vicino a riva e, avendo messo in guardia i turisti presenti, sono però stato deriso dagli stessi.


Cono geografo (Conus geographus)
Note: viste dello stesso esemplare.
Località: Oceano Pacifico, Filippine (località esatta non precisata).


Cono manto d'oro(Conus textile)
Note: viste dello stesso esemplare.
Località: Mar Rosso, Egitto (località esatta non precisata).



Killer Clams
Altri molluschi dotati di conchiglia possonno essere potenzialmente pericolosi. Nell'indopacifico esistono quelle che i "sub" definiscono Killer Clams, che letteralmente significa "vongola assassina". Si tratta di conchiglie gigantesce della specie Tridacna gigas (le più grandi esistenti): i racconti tradizionali tramandano che possano imprigionare tra le valve gli ignari pescatori di perle trattenendoli sul fondo fino a farli annegare, ma siste un solo caso documentato di questo tipo (anche di fonte dubbia).
In realtà, se si infila la mano tra le valve di questi molluschi, è possibile farsi pizzicare, o peggio, rompere le dita. Pertanto invito a non tentare questo esperimento: la cochiglia si chiude velocemente serrando le valve in una morsa d'acciaio! Ho verificato di persona introducendo una canna di bambù che si è frantumata.


Tridacne (killer clams) (Tridacna maxima)
Note: alcuni esemplari di Tridacna maxima incastonati tra i coralli.
Località: Ras Umm Sid, Sharm el-Sheikh, Egitto (luglio 2000).




Le Tridacne
Sopra: una piccola Tridacna esposta in una collezione malacologica: si nota la conchiglia posizionata nella propria sede, circondata dal corallo. Sotto: un grande esemplare di Tridacna gigas da 125 chilogrammi, raccolto nell'Oceano Pacifico, Filippine, esposto nel Museo di Storia Naturale Don Bosco di Valsalice a Torino.




Celenterati urticanti
I celenterati costituiscono un gruppo sistematico (phylum) di invertebrati di cui fanno parte le meduse e gli organismi che vengono chiamati popolarmente "coralli". Sappiamo che molte meduse sono urticanti ed alcune tropicali sono molto pericolose, pertanto non riporto immagini di questi invertebrati che noi italiani già conosciamo bene per averle già viste nei nostri mari. Ad esempio in Liguria spesso incontro la Palagia noctiluca da cun sono stato "punto" e non è proprio un esperienza piacevole.
Però è utile sapere che quasi tutti i coralli sono più o meno urticanti ed alcuni sono addirittura molto pericolosi. Uno di questi, che è comunissimo ed abbondante in ogni barriera corallina, è chiamato non a caso Corallo di fuoco (gen. Millepora). Ho sfruttato fotograficamente braccia e gambe di amici snorkelisti (la mano è la mia) che si sono prestati a farsi riprendere le parti del corpo che hanno subito delle fastidiose bruciature causate dall'aver sfiorato il comunissimo Millepora dichotoma, nel reef intorno a Sharm el-Sheikh, Egitto.


       

Coralli pericolosi
Ttipiche "bruciature" dovute al Corallo di fuoco della specie Millepora dichotoma.


Corallo di fuoco (Millepora dichotoma)
Note: esemplare (lungo circa 1 metro) si nota la forma arborescente color marrone giallastra con i caratteristici apici biancastri.
Località: White Knight, Sharm el-Sheikh, Egitto (luglio 2004).


Corallo di fuoco (Millepora dichotoma)
Note: ingrandimento dei "rami" su cui si vedono le nematocisti che contengono una potente tossina urticante.
Località: White Knight, Sharm el-Sheikh, Egitto (luglio 2004).



Corallo di fuoco (Millepora platyphylla)
Note: un'altra specie di "Corallo di fuoco" molto comune.
Località: White Knight, Sharm el-Sheikh, Egitto (luglio 2004).




Vari pesci pericolosi
Escludendo gli squali, che tutti conosciamo attraverso film e documentari, le cui specie pericolose sono difficili da incontrate lungo la "barriera corallina" in quanto vivono in mare aperto, riporto notizie su altri pesci che si possono incontrare a pochi metri dalla riva.
Sul reef, in un metro d'acqua, spesso si aggira il grosso Pesce balestra titano, territoriale ed aggressivo, che può attaccare con morsi pericolosi per difendere il nido. Si capisce la sua intenzione in quanto incomincia a girare velocemente e nervosamente in tondo con le fauci spalancate: è ora di andarsene in fretta! Parimenti, ma meno aggressivo, è il Pesce balestra blu.


Pesce balestra titano (Balistoides viridiscens)
Note: esemplare della lunghezza di circa 70cm.
Località: Ras Umm Sid, Sharm el-Sheikh, Egitto (luglio 2000).



Pesce balestra blu (Pseudobalistes fuscus)
Note: esemplare della lunghezza di circa 50cm.
Località:Hurgada, Egitto (luglio 1996).



   

L'apparato masticatore del Pesce balestra (Balistoides viridiscens)
Si noti il particolare del potente apparato masticatore di Balistes carolinensis del Mar mediterraneo (località esatta non precisata). L'esemplare, lungo circa 60cm, è conservato nel Museo Scientifico "Don Bosco" di Lombriasco (Torino).


Inoffensivi, ma potenzialmente pericolosi (solo se molestati) sono i Pesci Chirurgo. Ve ne sono molti generi con diverso aspetto, ma tutti hanno delle spine caudali retrattili affilate come bisturi che hanno dato origine al nome popolare del pesce. Con i loro "bisturi" possono provocare tagli profondi. Comunque è possibile avvicinarli senza timore: permettono di nuotare tra di loro, ma non cercate di afferrarli !


Pesce chirurgo arancione (Naso lituratus)
Note: si possono osservare le particolari spine caudali giallo-arancioni, tipiche della specie, affilate come rasoi, che l'animale ha estroflesso per difesa data la mia presenza ravvicinata.
Località: Ras Umm Sid, Sharm el-Sheikh, Egitto (luglio 2004).



Anche molte razze sono da avvicinare con cautela in quanto possiedono una coda con spine velenifere che, per difendersi, usano come una frusta. Non attaccano mai, però se infastidite possono reagire. Un tipica "razza" del Mar Rosso è il Trigone che presenta delle tipiche maculazioni blu intenso.


Trigone maculato (Teniura lymma)
Note: esemplare lungo circa 1 metro: si noti la lunga coda dotata di spina velenifera.
Località: Hurghada, Egitto (luglio 1996).



Pesci temibili, in quanto possiedono spine molto velenose, sono gli Scorpenidi, categoria a cui appartengono lo scorfano, conosciuto da noi per la sua carne scquisita. Un corrispondente tropicale di questa categoria è il letale Pesce pietra che si nasconde sui fondali mimetizzandosi, se pestato o sfiorato con una mano punge. Il veleno, che può essere letale, è anche dolorosissimo tanto da creare infarto o collasso. Portate sempre le scarpette da reef quando camminate nei bassi fondali sabbiosi!
Meno pericoloso, ma in alcuni casi letale, è il Pesce scorpione (alcuni lo chiamano anche Pesce leone, forse perchè le sue pinne ricordano una criniera), che è dotato di spine velenose. Il Pesce scorpione solitamente inizia ad aggirarsi tra i coralli verso il tramonto (ha prevalenti abitudini notturne), ma lo trovate anche di giorno. Si aggira lento e pigro tra le madrepore prediligendo gli anfratti, ma è solo una apparenza: e velocissimo nell'attaccare. Non avvicinatevi troppo, non fate movimenti bruschi e non molestalelo. Purtroppo non sono mai stato così fortunato da fotografarne uno!


Pesce pietra (Synanceia verrucosa)
Note: questa specie è diffusa nel Mar Rosso e nell'Indo-Pacifico (dall'Africa orientale alla Polinesia francese, dal Giappone meridionale all'Australia nord-orientale). Abita le acque poco profonde, raggiunge una lunghezza di 40 cm. Gli aculei che reggono la pinna dorsale, da 12 a 14, sono collegati a ghiandole velenifere che secernono un potente veleno che avolte può essere mortale (immagine è scaricata da Internet).
Località: non specificata



Pesce scorpione (Pterois volitans)
Note: si notino le lunghe pinne che sono provviste di spine estremamente velenose.
Località: Wadi El Gemal, Marsa Alam, Egitto.



Le Murene sono numerose e di varie specie e dimensioni, ma non sono assolutamente pericolose se non infastidite. Inoltre non sono assolutamente velenose: solo la loro carne (il sangue per precisione), che è squisita, risulta tossica se non cotta.
Il pericolo sta nei loro morsi (i denti seghettati sono devastanti) che l'animale porta a segno quando vede una mano o un piede agitarsi davanti alla sua tana. Infatti è possibile che scambi un nostro arto per un pesce! Pertanto evitiamo di passare troppo vicino agli anfratti tra i coralli.
Esistono anche murene "giganti" che timidamente fanno capolino dalla loro tana tra i coralli osservatele senza timore, non attaccano, ma non avvicinatevi e tantomeno allungate una mano.

Murena dipinta (Siderea picta)
Note: esemplare lungo circa un metro: fa capolino tra i coralli in 50 cm d'acqua. In una passeggiata mattutina con i piedi a bagno, lungo il reef dell'isoletta di Hembadoo (Maldive) ne ho contate una decina in una distanza 50 metri!
Località: Hembadoo Island, Maldive (marzo 1988).



I barracuda
L'unico pesce carnivoro che nella "barriera corallina" che può destare timore è il Grande barracuda. Parimenti alla Murena la sua carne, che è commestibile, anche se non ottima (l'ho mangiata diverse volte), può essere tossica .
Viene pescato prevalentemente a scopo di sussistenza dalle popolazioni costiere locali: ha provocato numerosi casi di ciguatera. Si tratta di una intossicazione alimentare causata dall'ingestione di alimenti di origine marina contaminati da una tossina, di origine non batterica, nota come ciguatossina. La sindrome è associata al consumo di pesci provenienti da mari tropicali, grandi predatori all'apice della catena trofica, dove la tossina si può concentrare per un fenomeno di biomagnificazione.
Gli attacchi agli esseri umani sono documentati, ma rari, effettuati di solito con un rapido morso che provoca seri danni, ma raramente risulta mortale per la vittima. Si pensa che l'attacco sia provocato dallo scintillare di oggetti metallici (collane, bracciali, coltelli da sub) che i barracuda scambierebbero per pesce "azzurro" che, guizzando nell'acqua, provoca riverberi di luce ...ecco perchè scambia il luccicho dei gioielli per probabile cibo. Ergo: ragazze toglitevi orecchini e collane quando nuotate nel reef !
Nel mio caso Sono stato inseguito dall'esemplare della foto ed ho passato un brutto momento: era attratto perchè gli scattavo delle foto col flash!
I denti sono temibili: con un morso può staccare una mano! Questi grandi esemplari (a volte raggiungino i due metri di lunghezza): sono quelli anziani e con l'età tendono ad isolarsi dai branchi per cacciare da soli.
Ci sono stati episodi raccapriccianti come quello di una povera ragazza italiana che nel 1999, presso Tulun (Messico), è stata letteralmente sgozzata perchè portava una collana con pendagli. L'errore che ha fatto la poveretta è stato quello di cercare di fotografarlo senza immergersi direttamente in acqua, per paura. Infatti il pesce, vedendo solo la testa sporgere dalla barca sotto la superficie dell'acqua, attratto anche dalla collana, ha attaccato scambiadola per un pesce commestibile.



Barracuda gigante (Sphyraena barracuda)
Note: esemplare lungo circa due metri: assume una posizione inclinata verso il basso: tipico atteggiamento difensivo.
Località: Ras Umm Mureika, Sharm el-Sheikh, Egitto (luglio 1998).



Serpenti di mare
Tra i coralli e sulla sabbia delle lagune si aggirano anche dei serpenti marini, rettili che vivono gran parte della loro esistenza in mare. Un tipico esempio è il serpentello di cui nella foto successiva: non supera il metro di lunghezza, ma possiede un veleno più potente di quello del cobra e pare non esista antidoto !
Fortunatamente è un animale molto mite ed è abbastanza raro, non ha paura dell'uomo e reagisce solo se disturbato, ad esempio se lo si prende per la coda, inoltre la sua bocca non riesce ad aprirsi tando da dare un morso ad una gamba: questi serpenti non sono presenti nel Mar Rosso.


Serpente di mare (Laticauda colubrina)
Note: Una cartolina in vendita in un bookstore di Hurghada (Egitto) in cui compare il temibile rettile mortale. La località esatta di provenienza non è riportata ...ma non è senz'altro l'Egitto! Penso che sia stato "scambiato" con il pesce Myrichthys colubrinus, una innocua anguilla!


Anguille come serpenti di mare
Nel Mar Rosso non esistono dei serpenti di marini. Ma raramente si incontrano invece delle innocue anguille chi si "travestono" da serpente per ingannare i loro predatori: si tratta di un interessante fenomeno di mimicria un esempio particolare di mimetismo simile a quello che presentano alcune farfalle le cui ali spiegate ricordano gli occhi di un barbagianni. Le loro movenze sono simili a quelli di un serpente: se spaventati si insabbiano velocemente scomparendeo dalla vista, pertanto sono difficili da fotografare.

Anguilla serpente (Myrichthys colubrinus)
Note: Esemplare lungo circa 60 centimetri individuato a pochi metri dalla riva (foto Dario Alberton).
Località: Wadi El Gemal, Marsa Alam, Egitto (luglio 2011).