Aspetti biologici dei Celenterati


Un giardino subacqueo
Osservando la massa di coralli che popola una barriera corallina, sia per la varietà che per i colori delle forme presenti, la possiamo paragonare ad un giardino fiorito: le sembianze arborescenti di molti coralli ricordano infatti delle piante.
Questa apparenza trasse in inganno anche quei naturalisti "pionieri" che per primi studiarono questo ambiente. Solo a partire dal 1726, grazie al medico francese Andrè Peysonnel, venne infatti scoperto che i coralli appartenevano al regno animale e non a quello vegetale.
Nel linguaggio comune li chiamiamo genericamente "coralli", però questo termine dovrebbe essere impiegato solo per identificare il prezioso "corallo rosso mediterraneo" (Corallium rubrum) che fa parte della categoria sistematica dei Gorgonacei. I naturalisti collocano i coralli nella categoria dei Celenterati sistematicamente nel phylum dei Cnidari. Oltre ai coralli, tra questi esseri viventi sono compresi le meduse e gli anemoni di mare.



Un giardino subacqueo (Wadi El Gemal National Park, Egitto).
Colori e varietà di coralli lasciano sbalordito chi per la prima volta si immerge nella barriera corallina.



I Cnidari
I Celenterati del phylum dei Cnidari sono animali acquatici (per la maggior parte marini) carnivori solitamenti dotati di tentacoli urticanti in grado di paralizzare le prede come fanno ad esempio le meduse che possono catturare dei pesci. Il corallo coloniale, costituito da una miriadi di polipi (a volte microscopici) simili ad un piccolo anemone di mare, si nutre di plancton di passaggio paralizzandolo con le proprie cellule urticanti. Sono generalmente caratterizzati da due stadi vitali distinti:

1) Medusa, che è una forma pelagica, cioè vive nuotando liberamente nell'acqua. Il suo aspetto è quello di una tipica medusa (cioè ad "ombrello") con bocca e tentacoli rivolti verso il basso;
2) Polipo, che è una forma sessile, cioè che si ancora al fondo marino ed ha forma cilindrica (peduncolo) sormontata dalla bocca circondata da una serie di tentacoli rivolti verso l'alto. Attenzione... il "polipo" non presenta nessuna relazione con quello commestibile che è invece un mollusco cefalopode, come ad es. la seppiae il calamaro: il termine si riferisce solo ad un aspetto esterno che ricorda questa forma.




Una medusa (San Bartolomeo, Imperia).
Questa piccola medusa dei nostri mari, la Pelagia noctiluca, che ho togratafo spiaggiata, come alcuni coralli, provoca ustioni dolorosissime che possono deturpare la pelle.




Una colonia di polipi (Parco naturale del Wadi el Gemal, Egitto)
In questa macrofotografia si possono contare i tentacoli dei polipi del Sarcophyton trocheliophorum , un corallo "molle" della Sottoclasse Alcyonaria: sono otto, infatti appartiene al gruppo degli "Ottocoralli".



Nel ciclo vitale di ogni individuo (detto metagenesi) possono comparire una, l'altra forma o entrambe. In quest'ultimo caso, che comprende una alternanza completa di generazioni, il polipo si riproduce asessualmente (per gemmazione, scissione o rigenerazione) dando luogo ad una medusa che riproducendosi dà luogo ad una larva, chiamata planula, che si fissa al substrato e si trasforma in polipo concludendo il cilclo riproduttivo. Si può immaginare lo stadio di medusa come un polipo liberatosi e capovolto. La loro dimensione varia da quella inferiore al millimetro dei polipi delle colonie di coralli fino a circa due metri di diamerto delle più grandi meduse.
I celenterati, anche se "primitivi", sono da considerarsi dei veri e propri animali. Hanno autentici organi e tessuti, sono provvisti di tentacoli e possiedono cellule epiteliari (con fibre muscolari) e reti nervose.
I tentacoli intorno alla bocca permettono di catturare particelle alimentari che convogliano in un sacco digerente a fondo cieco, una cavità gastrovascolare chiamata celenteron che dà il nome al phylum.
Alcuni, come ad esempio gli idrocoralli, sono inoltre caratterizzati dal possedere cellule in grado di "scaricare" degli organuli urticanti, le nematocisti (foto sotto) che possono di paralizzare le piccole prede di cui si nutrono. ed alcune specie, di provocare ustioni molto dolorose e deturopanti all'incauto nuotatore che solo ne sfiora i polipi.


    
Le nematocisti della medusa dei nostri mari, la Pelagia noctiluca (sono i puntini rossi) e del "corallo di fuoco" (Millepora dichotoma) che solo localizzte sull cime dei tentacoli che spuntano visibilmente dai rami calcarei del corallo che misurano circa 15mm di diametro (White Knight, Sharm el-Sheikh, Egitto).


Molte forme sessili (ancorate al fondo marino) sfruttano i minerali disciolti nelle acque (come ad esempio il carbonato di calcio) per costruire delle strutture di supporto all'individuo o alle colonie creando quelle bellissime architetture ramificate o incrostanti per cui coralli sono specialmente conosciuti.
Per poter riconoscere i coralli del reef occorre apprendere alcune caratteristiche biologiche generali che i celenterati presentano e che ho elencato sotto.

1- stato: possono trovarsi allo stato individuale o a quello coloniale.
2- forme: possono essere sia sessili che pelagiche.
3- composizione: molte specie sono prive di un supporto scheletrico, come le meduse, nel caso dei coralli il polipo può secernere uno scheletro esterno di natura calcarea, cornea o chitinosa e che può presentarsi più o meno flessibile o totalmente rigido. Quindi potremo trovale coralli "molli", in assenza di un supporto scheletrico vero e proprio, e coralli "duri".
4- simmetria: Il corpo dei celenterati si sviluppa in modo regolare intorno a un asse polare e quindi possiede quella che i biologi chiamano una simmetria raggiata: visto dall'alto infatti presenta una forma circolare. Mentre la simmetria bilaterale, in assoluto la più comune in natura, caratterizza invece gli organismi il cui corpo è distribuito in modo simmetrico, o speculare, rispetto a un piano mediano (come ad esempio nell'uomo).
Nel caso dei coralli, la loro simmetria ci permette di dividerli in due gruppi principali che hanno anche valore sistematico, cioè:
- ottocoralli, se possiedono otto setti (ed otto tentacoli).
- esacoralli se possiedono sei setti (e sei tentacoli) o multipli di questi.
5- morfologia: possono presentare molteplici sembianze. Quella ad ombrello è tipica delle meduse, i coralli presentano generalmente un aspetto arborescente più o meno ramificato, altri invece possono essere incrostanti e quindi ricoprire il reef con strati, in altri casi ancora appaiono come esili forme a ventaglio.



Coralli "molli". Le formazioni arboree di alcionacei (Lithophyton arboreum), tipici coralli "molli", ricoprono le rocce coralline del reef piegandosi come vegetali all'azione della corrente (parco naturale del Wadi El Gemal, Egitto).


Molti coralli, come ad esempio i gorgonacei, hanno uno scheletro generalmente corneo flessibile che da luogo a strutture arborescenti molto belle, sono pertanto considerati coralli "duri" quando sono forniti da un'impalcatura. Un'eccezione è il già citato prezioso "Corallo rosso mediterraneo" (Corallium rubrum), un gorgonaceo il cui duro scheletro di colore rosso acceso è invece calcareo e molto consistente: opportunamente lavorato, costituisce un prezioso gioiello. I gorgonacei con i loro scheletri contribuiscono però solo in minima parte a costruire la barriera corallina in quanto non presentano una massa rilevante in tal senso.


Un eccezionale semplare di Corallo rosso mediterraneo (Corallium rubrum) proveniente dalla Sardegna (collezione privata, per gentile concessione). L'apertura massima dei rami è di circa 21cm. Sia il peso che la consistenza di questo splendido ramo, al tatto, è tale da poter essere facilmente scambiato con una struttura in vetro. Si tratta di un esemplare costosissimo.



     

Rami di gorgoniacei. Macrofotografie di rami (cornei) disseccati di due diversi gorgonacei, caratterizzati dalla loro flessibilità. Si noti la differente morfologia delle ramificazioni (il diametro dei rami principali è di circa 3mm). Esemplari provenienti da Playa Sirena, Cayo Largo, Cuba (luglio 1994).


Altri coralli (come ad esempio le madrepore) sono invece veri e proprii organismi biocostruttori per eccellenza: sono infatti dei veri e propri coralli "duri". Possiedono uno scheletro rigido esclusivamente formato da carbonato di calcio che si può accrescere sia verticalmente che orizzontalmente in grandi masse. La loro forma che può essere arborescente o incrostante, crea grandi strutture che si formano ricoprendo le colonie morte (alcune colonie possono arrivare anche a qualche metro di diametro).
La velocità di crescita è intorno al centimetro per anno.
Si possono sviluppare su vaste aree geografiche, tanto da formare immense struttute calcaree, (appunto le barriere coralline): si parla di veri e propri edifici geologici che presentano in superfice la parte vivente e sotto la massa dei coralli morti in fase di fossilizzazione ...o già fossilizzati.
Dato che la maggior parte dei coralli che costituiscono le barriere coralline sono madrepore ed inoltre non sempre costituiscono delle "barriere", sarebbe più scientificamente corretto (come già accennato) chiamare tali formazioni scogliere madreporiche (in inglese coral reef o, semplicemente, reef).





Rami di madrepora. Alcuni rami di madrepore e macrofotografia di un ramo (Acropora sp.), tipico corallo biocostruttore, in cui si possono osservare gli alloggiamenti dei polipi della colonia (il ramo ha un diametro massimo di circa 20mm). Esemplari provenienti da Hembadoo Island, Maldive.