Paleontologia generale

Microfossili

I microfossili sono i resti fossili di organismi microscopici, quali ad esempio il plancton ed i pollini, sono utilissimi ai paleontologi, sia per le datazioni relative che per le ricostruzioni paleoclimatiche e ambientali.



Micropaleontologia
Questa branca della paleontologia è ormai diventata indispensabile nella sua moderna concezione: i microfossili sono attualmente studiati quanto i loro più appariscenti parenti macro ...e forse di più. Questi piccolissimi resti infatti risultano importantissimi per tre motivi principali:

1- Una vasta distribuzione aerale e la peculiarità di molte specie fa di loro degli ottimi fossili guida, indicatori climatici come, ad esempio, i pollini fossili.
2- Grandissimo numero di esemplari che si possono rinvenire in una piccola quantità di sedimento serve
3- Visto che occupano poco spazio possono essere archiviati senza problemi ovunque.

Con il carotaggio e l'esame dei microfossili presenti nei sedimeni raccolti in punti non raggiungibili fisicamente si riesce a ricostruirne gli antichissimi habitat in cui questi organismi vivevano (ved. paleoecologia) similmente a come si opera sui macrofossili. Questo è un grande vantaggio se si pensa che in alcune rocce sedimentarie non si sono conservati i macrofossili, ma solo i "micro".


I microfossili
Quando siamo in vacanza al mare e sulla spiaggia raccogliamo un pugno di sabbia per gioco non pensiamo di soffermarci ad osservare con attenzione i granuli che lo compongono. D'ora in poi potremo provare a considerare questa occasione esaminando con attenzione, specialmente con l'uso di una buona lente, le particelle che compongono la sabbia. Potremo avera qualche sorpresa interessante.
Con un poco di fortuna potremo osservare dei granuli con forme particolari e vedremo che molti di loro non sono le particelle rocciose che compongo il sedimento, ma gusci appartenuti ad organismi viventi: sono i resti di esseri monocellulari che comunemente costituiscono il plancton.
Le dimensioni di questi organismi generalmente non superano il millimetro, pesso sono visibili solo al microscopio, ma a volte possono essere grandi come una monetina.
Se poi, in una vacanza ai tropici ci tuffiamo in una laguna nei pressi di una barriera corallina e raccogliamo una manciata di quella sabbia candida scopriremo con sorpresa anche una enorme quantità di piccoli gusci vuoti di vari organismi.
Gran parte di questi esseri sono dei foraminiferi, protozoi unicellulari che prendono tale nome dalla presenza nel loro guscio di piccoli fori (foramina) che mettono in comunicazione le varie camere cho costituiscono la struttura del loro guscio.
Esiste un gran numero di specie di foraminiferi che, comparsi nel Cambriano, sopravvivono ancora attualmente. Molte di queste specie presentano un grande interesse paleontologico.
A volte la loro concentrazione nei sedimenti è così alta da dar luogo addirittura a formazioni rocciose. Un tipico esempio è quello dei nummuliti, carateristici fossili dell'era "Terziaria", che hanno dato luogo a rocce che portano il loro nome: l'omonimo calcare a nummuliti.

I nummuliti
I nummuliti sono noti per il fatto che, oltre ad essere dei fossili guida dell'Eocene, sono dei macroforaminiferi, cioè dei foraminiferi di notevoli dimensioni, che pertanto possono facilmente essere osservati senza l'ausilio di apparecchiature particolarmente sofisticate (alcune specie raggiungono anche una decina di centimetri di diametro). Il loro nome (letteralmente: "moneta di pietra") deriva dalla parola latina "nummus che significa appunto "moneta". La dimensione e la forma del loro guscio ne ricorda infatti l'aspetto.
In base alle loro dimensioni non sono quindi dei veri microdossili, ma sono però consederati un argomento che riguarda la Micropaleontologia.



Calcare a nummuliti (Eocene medio delle isole Tremiti)
La massa di questi nummuliti cementati costituisce una roccia calcarea tenera composta da una miriade di gusci. Il diametro dei gusci rappresentati nella fotografia si aggira mediamente intorno ai 5 mm.



Un microfossile nelle marna
In un campione di marna silicea compare inglobato un microfossile: si tratta un foraminifero del diametro di circa 1,5 mm. del genere Robulus sp. (Aquitaniano, Miocene inf. dei colli torinesi).

Sezionando un nummulite si può facilmente osservarne la struttura interna del guscio. I micropaleontologi usano questo metodo per classificarli: la morfologia delle camere che costituiscono il guscio di questi microscopici animaletti infatti è propria di ogni specie. Nell'esempio della foto sottostante ho sezionato un nummulite per far risaltare la sua morfologia interna.


Nummuliti sezionati
Nelle macro-fotografie si possono vedere due nummuliti dell'Eocene di Schio (VI), sezionati in sul piano "equatoriale". La forma a sinistra (diametro di circa 5 mm) risulta un caso fortuito di sezione naturale, mentre l'esemplare a destra (del diametro di circa 15 mm). l'ho sezionatto e lucidato a "specchio" impiegando un vetro con polvere di carborundum e rifinito con pasta abrasiva per la lucidatura.

Ricerca dei microfossili
La ricerca di microfossili risulta apparentemente meno complessa di quella dei macrofossili, però i problemi nascono quando li si vuole isolare dal sedimento che li ingloba.
Se la roccia sedimentaria è infatti incoerente (come la sabbia) o poco coerente (come l'argilla) è facile isolare i piccoli esemplari con "lavaggi" del sedimento ed utilizzando setacci con maglie di diversa grandezza.
Gli esemplari isolati, se sono di certe dimensioni, vengono "raccolti" con pinzette. Nel caso di piccoli esemplari viene utilizzato un crine incollato ad un piccolo manico di supporto che, inumidito con la saliva, viene impiegato per prelevare un campione dopo l'altro.
Logicamente tutte queste operazioni vengono eseguite utilizzando un microscopio binoculare (stereoscopico) con ingrandimento che vanno da 10 a 100 diametri almeno.
Gli esemplari isolati vanno posti in appositi vetrini ed incollati con colle speciali in particolari alloggiamenti.
Per quanto riguarda microfossili che sono inglobati in rocce consistenti il lavoro risulta più difficile in quanto occorre sezionare e lucidare la roccia per poter studiare il guscio del campione (ved. foto precedenti). I sistemi per isolare microfossili piccolissimi, quali i radiolari ed i pollini, sono molto complessi e necessitano di attrezzature sofisticate.


Vetrini per micropaleontologia
Per microfossili di non piccolissime dimensioni esistono vetrini con alloggiamenti particolari. Nelle fotografie si possono vedere dei vetrini con scomparti numerati, da 5mm di lato, destinati ad esemplari con dimensioni massime di questo valore. Questo lavoro di collocazione implica una grande impegno e molta pazienza: anche un leggero "soffio" può far volar via un esemplare pertanto si lavora indossando una mascherina.
Alcuni dei microfossili rappresentati sono stati isolati dalla sabbia proveniente dall'interno di un gasteropodo del gen. Conus del Pliocene piemontese. Nelle foto sottostante ho ingrandito un porzione del vetrino dove si possono osservare meglio i campioni preparati.



Isolamento dei microfossili
Nel caso di piccoli esemplari viene utilizzato un crine incollato ad un piccolo manico di supporto che, inumidito con la saliva, viene impiegato per prelevare un campione dopo l'altro.


Collezione di microfossili
Gli esemplari vanno posti in appositi vetrini in cui vanno incollati con colle speciali in particolari alloggiamenti. Botticini di vetro piccole scatolette di plastica e cartone sono utilizzate per cintenere il materiale micropaleontologico.




Verino con vari microfossili
Serie di vari esemplari di microfossili rivenuti in sabbia marina del Pliocene della zona di Santo Stefano Roero (CN), si tratta di esemplari tratti da una quantità di sabbia pari a meno di mezzo bicchiere. Gli esemplari sono stati incollati con un colla speciala (in questo caso scaglie di gommalacca disciolta in alcool) nei rispettivi alloggiamenti. Nella foto sotto: ingrandimento.




Foraminiferi pliocenici
Serie alcuni esemplari di foraminiferi del vetrino di cui sopra, rivenuti in sabbia marina del Pliocene della zona di Santo Stefano Roero (CN). N° 8 e 9: Lenticulina calcar; n° 10: Lenticulina orbicularis e n° 20, 21 e 22: Gyroidina lamarckiana



Vetrino con Briozoi
Serie alcuni esemplari di Briozoi rivenuti in sabbia marina del Pliocene della zona di Santo Stefano Roero (CN). I briozoi sono Invertebrati marini, simili ai Cnidari (coralli) che vivono in colonie dall'aspetto arborescente, spesso di piccole dimensioni, sono oggetto di studio della Micropaleontologia. Nella foto di destra ho ingrandito la bella forma della piccola colonia (diametro di 5 mm).



Altri Foraminiferi
Serie alcuni esemplari di Foraminiferi rivenuti nell'argilla marina del Pliocene medio di una cava presso San Damiano (AT). Nella foto a sinistra compare il genere Nodosaria (lunghezza 12 mm circa) a destra il genere Robulus (diametro medio di 4 mm).