Mostra permanente La "Viglianottera"
Inaugurazione della mostra sulla balena fossile ritrovata a Vigliano (AT)
Nota: (*) = testo tratto dal sito del comune di Vigliano (http://www.comune.vigliano.at.it), modificato.







Il ritrovamento (*)
Nel marzo del 1959, durante delle operazioni di scavo per la posa di una conduttura di acqua, in un terreno sito sulla sommità della collina e assai prossimo alla piazza della frazione Valmontasca (frazione di Vigliano d'Asti) alcuni operai rinvennero frammenti ossei e li segnalarono ai propri superiori.
L'avvedutezza dei presenti permise di constatare l'esistenza, a circa 70 cm. dalla superficie, di uno scheletro formato da ossa di notevoli proporzioni. Sospesi prudentemente i lavori fu lo stesso Sindaco di Vigliano, Giovanni Battista Conti, ad avvisare la Soprintendenza alle Antichità di Torino.
Il giorno 23 marzo il prof. Carlo Carducci, soprintendente alle Antichità del Piemonte ed alcuni esperti inviati dall'Istituto di Paleontologia dell'Università di Torino, effettuarono i primi sopralluoghi, accertando la notevole rilevanza scientifica del ritrovamento.
I primi esami morfologici, compiuti sul luogo, stabilirono che i resti appartenevano ad un Cetaceo del Sottordine dei Misticeti, conosciuto nella sistematica paleontologia quale Plesiocetus cortesii. Lo scheletro misurava circa 8 metri e il cranio, con le mandibole, circa 2 mt. Nello stesso anno l'esemplare fu recuperato a cura dell'Istituto di Geologia e Paleontologia dell'Università di Torino: l'attività di recupero durò circa 26 giorni .
Successivamente il fossile venne restaurato e lo scheletro venne trasportato al museo di Torino e sistemato in un'apposita sala del museo annesso all'Istituto predetto.
Nel 1961 il Dott. P. G. Caretto (Istituto di Geologia e Paleontologia dell'Università di Torino), durante dei rilavamenti su terreno nei pressi del luogo diel ritrovamento, rinviene anche l'arto inferiore destro dello scheletro e intorno al 1970 fu anche recuperata parte dell'arto sinistro a pochi metri dal punto ove avvennero gli scavi del 1959. Attualmente il fossile è conservato nelle sale della Sezione di Paleontologia del Museo Regionale di Storia Naturale di Torino, presso il Palazzo Carignano, in attesa di una degna sistemazione espositiva.


Fotografia storica del ritovamento della balenottera gentilmente concessami dal figlio di uno degli scavatori presenti. Il documento fotografico, inquadrato, è conservato a Vigliano nel ristorante di sua proprietà.


Dati paleontologici (*)
Lo studio morfologico di questo Misticeto ha permesso di raggiungere alcuni risultati di interesse sistematico. Infatti a seguito di confronti approfonditi, l'esemplare pliocenico è risultato strutturalmente e morfologicamente analogo agli individui della attuale Balenoptera acutorostrata Lacepede (conosciuta pure come B. rostrata Fabricius).
Questo fossile, inoltre, si è dimostrato completamente eguale a diversi esemplari pliocenici conservati in vari musei e precedentemente attribuiti a generi e specie differenti.
La valutazione dei dati raccolti ha dimostrato che i Misticeti pliocenici considerati e gli individui della B. acutorostrata attuale appartengono ad una unica specie cronologica, protrattasi dal Pliocene all'Attuale. Considerate alcune differenze morfologiche, di grado non elevato, fra i fossili e la popolazione attuale, è stata istituita una sottospecie per identificare le predette forme plioceniche.
In relazione alle norme del CINZ (Codice Internazionale di Nomenclatura Zoologica) , la sottospecie ha assunto la denominazione di Balenoptera acutorostrata cuvierii.


Lo scheletro fossile della balenottera conservato nelle sale della Sezione di Paleontologia del Museo Regionale di Storia Naturale di Torino, presso il Palazzo Carignano, (foto tratta da: P. G. Caretto, La balenottera delle sabbie ploceniche di Valmontasca, Memorie della Società Paleontologica Italiana, vol. 9, n.1, 1970).



La mostra permanente
Cinquant'anni dopo il prezioso ritrovamento, i Viglianesi riavranno la loro balenottera. Non l'orignale, ma la fedele copia dello scheletro del cetaceo pliocenico riprodotta con le tecniche più moderne. Un regalo che la Proloco ha voluto fate ai propri compaesani per restituire loro un pezzo di preistoria.
I volontari dell'Associazione, guidati con entusiasmo e passione dal presidente Aldo Alciati, hanno lavoro un intero anno, dedicando moltissime serate invernali alla realizzazione della riproduzione dello scheletro del prezioso fossile con la consulenza del paleontologo Dott. Piero Damarco (Responsabile del settore paleontologia dell'Ente Parchi e Riserve Naturali Astigiani).
La nuova "balena" è stata ora collocata in un locale appositamente allestito , nella sede della Proloco nel campo sportivo "G.B. Conti" di Vigliano, dove, potrà' essere visitata dalle scolaresche e dai turisti.
Attraverso un concorso popolare bandito durante la Festa Patronale è stato anche scelto fl nome da dare alla balenottera che pertanto viene battezzata Viglianottera.

Il Dott. Piero Damarco (a sx) e il Sindaco di Viglano Dott. Emma Jonne Adorno (a dx) durante l'inaugurazione della mostra permanente.
Il Dott. Piero Damarco posa presso la ricostruzione dello scheletro della balenottera pliocenica.


Vista panoramica della ricostruzione dello scheletro della Viglianottera.


Un quadro di Alessandro Porta, conoscente del Dott.. P. G. Caretto, eseguito per l'occasione, ritrae la scoperta dello scheletro fossile della balenottera nel sito del ritrovamento, nel 1959, presso la chiesetta della frazione di Valmontasca.


Una nuova scoperta
La storia della Viglianottera ha sapore avventuroso. Dopo la scoperta di altre parti dello scheletro (nel 1961 dell'arto inferiore destro dello scheletro e intorno al 1970 parte dell'arto sinistro) nel 2008 viene recuperata anche una vertebra. Luca Oddone, un appassionato di paleontologia, residente nella zona, nel 2008 è riuscito a recuperare una vertebra caudale in ottimo stato di conservazione andata "persa" che ha messo prontamente a disposizione delle autorità competenti. La vertebra è stata esposta durante l'inaugurazione della mostra permanente, protetta da una apposita una vetrina.


Vetrinetta con la vertebra originale "ritrovata" ed esposta durante l'inaugurazione della mostra permanente. Nella foto a dx la stessa vertebra in particolare.