Alba e tramonto della crisi messiniana
Convegno Nazionale per la diffusione della cultura geologica
Nota: il testo, parzialmente modificato e le foto (contassegnate con *) sono tratte dal depliant di presentazione e dalla guida all'escursione.









Alba e tramonto della crisi messiniana
Il Convegno Nazionale per la diffusione della cultura geologica Alba e tramonto della crisi messiniana (ved. depliant a fianco), tenutosi ad Alba (CN) nell'ottobre del 2008, è stato dedicato al ricordo di Carlo Sturani, professore di paleontologia mancato tragicamente nel 1975. Purtroppo in quell'anno, appena iscriitto alla Facoltà di Scienze Naturali di Torino, potei seguire solo una o due delle sue splendide lezioni.

Il convegno è stato articolato in due sessioni: una il 10 ottobre, riservata agli "addetti ai lavori", alla quale parteciperanno scienziati di fama nazionale e intemazionale; l'altra l'11 ottobre, in memoria di Carlo Sturani e dedicata alla divulgazione, in cui gli studiosi racconteranno con linguaggio semplice la storia geologica della Crisi di Salinità Messiniana. Questa seconda sessione, aperta a tutti gli appassionati di Scienze della Terra e in particolare a studenti e docenti delle scuole superiori, è inserita anche nelle iniziative dell'Anno Intemazionale del Pianeta Terra, proclamato dall'UNESCO per il 2008.

Proprio per favorire la conoscenza geologica del territorio, nel pomeriggio dell'11 ottobre i partecipanti al convegno saranno accompagnati su un interessante affioramento messiniano dell'Albese. Inoltre, nei mesi di ottobre e novembre, nel Museo "F. Eusebio" di Alba sarà possibile visitare una mostra dei fossili messiniani conservati nelle collezioni paleontologiche dello stesso e del Museo civico di Storia naturale "Craveri" di Bra.

Pioniere nello studio delle rocce che hanno registrato tali eventi fu il Prof. Carlo Sturani (1938-1975), che perse la vita proprio in un giacimento messiniano a Scaparoni d'Alba, travolto da un blocco di gesso. La sua eredità è stata raccolta da studiosi di Scienze della Terra di tutta Italia, che si sono incontrati ad Alba a questo convegno per fare il punto delle conoscenze attuali su questi eventi del nostro passato.

Questo momento della storia geologica del Mediterraneo costituisce un episodio di totale trasformazione degli ambienti e degli organismi (con massima evidenza proprio vicino ad Alba!), una vera "catastrofe", una delle maggiori crisi ecologiche, della storia della Terra.



Il Dott. Edoardo Martinetto (Dipartimento di Scenze della Terra, Università di Torino) apre la giornata dell'11 ottobre, dedicata alla divulgazione scientifica, in memoria di Carlo Sturani. Nella diapositiva proiettata si può vedere la foto del professor Sturani e lo schizzo dei rapporti stratigrafici del Messiniano da lui stesso eseguito e diventato l'emblema del convegno.



La crisi del Messiniano
Intorno a 6 milioni di anni fa, nel periodo geologico denominato Messiniano, si verificò una completa trasformazione degli ecosistemi dellar egione mediterranea. Riduzioni dell'ossigenazione dei fondali marini causarono morie in massa di pesci e migrazioni di flore e faune; forti perdite di acqua per evaporazione provocarono l'aumento della concentrazione salina e un drastico abbassamento del livello del mare, che andò incontro a colate e frane estese per diversi chilometri e, secondo alcuni studiosi, subì il quasi totale disseccamento, con deposizione di gesso e salgemma. Questi eventi drammatici, a carattere catastrofico che hanno coinvolto sia il territorio sia gli organismi viventi che lo popolavano, si riconoscono in molte delle terre emerse che circondano il Mediterraneo e raggiungono la massima evidenza vicino ad Alba.
Questi fenomeni si sono verifìcati in un intervallo di tempo che va da 7,246 a 5,332 milioni di anni fa, che nella scala dei tempi geologici è denominato "Età Messiniana". Gli strati sedimentar! che si sono formati in questo intervallo di tempo vengono ascritti al "Piano Messiniano", che prende il nome da Messina, in Sicilia, dove in origine era stata individuata una successione di strati di riferimento a livello globale.
Nella foto a dx: un momento dello splendido intervento della Prof. Maria Bianca Cita, grande esperta dell'argomento.



La sezione messiniana a nord-ovest di Alba ricostruita da Sturani (1973).



Un momento dell'ecursione: gli esperti descrivono la sezione stratigrafica dell'affioramento ai presenti.



Addetti a lavori e appassionati di paleontologia esaminano la litologia di un affioramento sulle rive del Tanaro.



Un grande blocco di sedimento staccatosi dal banco selenitico (detto così per il colore "lunare"), franato sulla riva del Tanaro, è interamente composto da cristalli di gesso.
Particolare del blocco selenitico: si posono osservare i grossi e trasparenti cristalli di gesso che si accrescono addossandosi in un intricato ammasso.



Ittiolite di Spatelloieds (*) proveniente dall'intervallo evaporitico di Castagnito. Notare l'apertura della bocca del pesce, indicativa di morte per asfissia causata dalla riduzione dell'ossigenazione del fondali marini. Questo fenomeno causò morie in massa infatti i fossili di pesci sono comuni in questi sedimenti.
Eccezionale concentrazione di libellule (*) in diversi stadi di crescita provenienti dall'intervallo evaporitico presso Santa Vittoria d'Alba. L'ammasso viene interpretato come un effetto dello sbarramento di una blanda corrente da parte di un ramo (orizzontale) che ha impedito la dispersione dei resti.